jueves, 20 de mayo de 2010

La fede come un incontro.


La fede, incontro di persone, è eminentemente l’incontro primordiale con la per­sona del Signore Gesù. La grazia delle grazie è d’incontrare il Signore Gesù come si incontra un amico, un uomo, una donna, a cui si è fatto dono della pro­pria vita, qualcuno che ha cambiato la nostra esistenza e il nostro cammino. Quali che siano le nostre miserie, le nostre defezioni, le nostre debolezze, noi abbiamo incontrato il Signore… Con Gesù, in Gesù, noi incontriamo le Tre Perso­ne divine. Gesù stesso è una di esse, il Verbo, il Figlio, il “Verbo fatto carne”, il “Fi­glio diletto”. Se noi l’incontriamo davvero, se lo seguiamo, egli ci conduce dal Pa­dre suo, lui il Figlio completamente rivolto al Padre, che non ha altra ragion d’es­sere che suo Padre. In principio era il Verbo, e il Verbo era con Dio, presso Dio, e questo Verbo era Dio. Sì, seguendo Gesù, noi siamo condotti al Padre: “Se voi mi conosceste, dice Gesù, conoscereste anche mio Padre. Fin d’ora lo conoscete e lo avete veduto”. Noi facciamo fatica a capire questa parola. Non bisogna stupir­sene. Filippo a cui Gesù si rivolge non capisce di più; lui domanda a Gesù: “Si­gnore, mostraci il Padre e questo ci basta”, in quel momento possederemo tutto. E Gesù gli dice: “Filippo, chi mi vede” – qui si tratta ancora di vedere il Signore – “chi mi vede, vede il Padre. Come puoi dire: mostraci il Padre?”. Se noi sappiamo seguire questo Signore Gesù, se sappiamo guardarlo vivere, guardarlo pregare, egli ci insegnerà a dire “Padre nostro”. E il suo unico desiderio sarà di comuni­carci il suo spirito di figlio, egli ci manderà il suo Spirito proprio per renderci ca­paci di dire “Abbà”, Padre, come si deve.
(J. Loew)

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